La tecnologia digitale è sempre più diffusa e pervasiva, in particolare, grazie agli smartphone è letteralmente in mano a tutti. La capacità di sviluppare siti Web e applicazioni è quindi preziosa e ricercata: diventare programmatori significa avere ampie probabilità di trovare lavoro nelle aziende che ormai, a qualsiasi settore appartengano e sempre più, producono loro stesse software per offrire servizi digitali al loro interno o ai clienti finali.
Programmatore informatico, chi è e cosa fa
Il programmatore informatico è in grado di creare il codice sorgente dei software, si occupa cioè, mediante specifici linguaggi di programmazione, di scrivere righe di codice per realizzare siti Web, applicazioni (siano esse mobile e/o desktop), servizi di business o risolvere bug e problemi di funzionamento di prodotti già esistenti.
Una volta che ha compiuto questi lavori, il programmatore informatico deve anche occuparsi di testare il suo prodotto, procedere cioè a quella che in gergo si chiama verification & validation del software in modo da capire se vi siano errori e quindi procedere al debugging (eliminazione dei bug) e troubleshooting (ossia svolgere un’analisi dei problemi attraverso un processo di ricerca logica e sistematica delle loro cause).
Cosa fare per diventare programmatori
Le strade per diventare programmatori sono principalmente 3 (alle quali si affianca l’opzione autodidatta, che solitamente viene comunque affiancata a qualche percorso di formazione).
È possibile frequentare un istituto tecnico con indirizzo specifico per conseguire il diploma perito informatico.
Prendere un diploma con orientamento scientifico e acquisire competenze più dettagliate frequentando corsi professionali oppure optare per il corso di laurea (3 o 5 anni).
In ogni caso è poi fondamentale sapere lavorare utilizzando uno o più programmi diversi.
Attualmente sono utilizzati vari linguaggi di programmazione, il primo da cui si potrebbe partire è però Java, in quanto è il più diffuso perché è multipiattaforma, cioè sfruttabile in tanti contesti tecnologici.
È inoltre utile per diventare programmatori appetibili per il mercato del lavoro Javascript, Microsoft C# .NET, Pyton, PHP eccetera.
Non bisogna dimenticare che il lavoro del programmatore è in continua evoluzione e richiede un costante aggiornamento per restare al passo con il mondo IT. Infatti, l’autoformazione continua è fondamentale per tenersi sempre aggiornati e valutare eventuali novità che possano presentarsi. Per un programmatore è sicuramente importante quindi trovarsi un ambiente in cui sia valorizzata la formazione e che offra opportunità e corsi di continous learing come parte integrante del processo di formazione dei propri dipendenti a qualsiasi livello ci si trovi in azienda.
Diventare programmatori senza laurea
Diventare programmatore senza laurea è possibile. Si possono acquisire tutti gli skill necessari per scrivere codice partecipando a corsi e continuando a mantenersi attivi nel perfezionare la propria formazione.
Una volta diplomati e completato il percorso di formazione su un determinato linguaggio, presentando il proprio curriculum non è difficile fissare appuntamenti per i colloqui. L’unico problema è misurarsi con altri che invece hanno conseguito la laurea.
Una laurea universitaria (anche solo triennale) in informatica consente di acquisire competenze più teoriche che arricchiscono quelle prettamente tecniche e aiutano, per esempio, nel caso serva gestire e coordinare progetti ampi, porsi come capo sviluppatore o team leader e così via. È importante, tra l’altro, sottolineare che le aziende valutano il punteggio ottenuto, presentarsi con il minimo dei voti, se si è alla prima esperienza lavorativa, non fa una buona impressione.
D’altra parte, un diplomato aspirante programmatore può partecipare a corsi di specializzazione e iniziare a fare esperienza da free lance, magari partecipare a progetti open source per poter, in pratica, dimostrare di avere già iniziato a fare esperienza sul campo. Oppure seguire percorsi formativi proposti da alcune aziende alternando periodi in aula a esperienze sul campo, in relazione diretta con il cliente.
In conclusione, per fare carriera nel mondo della programmazione IT non c’è un’unica via, ma di sicuro è importante avere un percorso di formazione che continua ad evolversi con la tecnologia.