La mia esperienza eNetworks: project management tra progetti internazionali e senso di appartenenza

Antonio Veltri, Project Manager

Da quanto tempo lavori in eNetworks? Quali attività svolgi e quali competenze hai acquisito in azienda?

Ho iniziato a lavorare in consulenza nel 2013, seguendo diversi progetti per una società operativa in ambito Telco. Quattro anni fa ho intrapreso il mio percorso in eNetworks come Project Manager e, in questo contesto, ho avuto la possibilità di continuare a seguire la stessa società e, contemporaneamente, di affrontare nuove sfide presso altri partner. Attualmente curo tutta la parte di delivery in progetti per grandi aziende e pubblica amministrazione: dai Comuni al Ministero degli Interni. Gestisco un micro-team dedicato alle attività di implementazione servizi voce e dati: collegamenti Internet, Intranet e telefonici.  

Avere la possibilità di seguire i progetti sviluppati precedentemente al mio ingresso in azienda e continuare a formarmi e crescere è un importante valore aggiunto di eNetworks. Al contempo l’azienda non mi ha mai negato la possibilità di collaborare con altri partner e periodicamente mi ha proposto nuove opportunità, valutando insieme le migliori decisioni da prendere.

Quali ritieni siano i principali vantaggi e aspetti positivi dell’esperienza lavorativa in eNetworks?

Un aspetto di eNetworks che apprezzo particolarmente è il suo mettere i collaboratori al centro. Ho sempre riscontrato grande disponibilità e supporto da parte di tutte le divisioni interne e dei membri di staff. Mi piace anche il forte senso di Community e l’attenzione rivolta alle occasioni di socialità e confronto che coinvolgono tutte le sedi aziendali. Soprattutto per chi come me lavora in consulenza, questi eventi rappresentano degli importanti momenti per conoscere i colleghi e la realtà aziendale a 360 gradi.

Com’è cambiata la tua esperienza in questi anni?

Durante questi anni ho affrontato progetti e sfide differenti ma il cambiamento più grande, immagino per tutti, è stato rappresentato dal lavoro in smart working. Nei miei primi anni in eNetworks ho lavorato presso la sede di Roma, in un open space con molte altre persone e viaggiando di frequente per seguire i miei progetti con partner e clienti finali. Mi sono trasferito a Firenze nello stesso periodo in cui è iniziato il lockdown quindi, inevitabilmente, le mie abitudini sono cambiate, ho trasformato il mio salotto in uno studio e ho gestito tutte le attività da remoto.

C’è un progetto di cui sei particolarmente orgoglioso?

In questo momento lavoro a diversi progetti di cui sono molto soddisfatto.

Collaboro con un partner in ambito Telco ad un’importante attività relativa alla rete fissa e, contemporaneamente, ne seguo uno differente per il Ministero degli Interni. Un altro progetto molto stimolante riguarda una holding controllata di una rete di abbigliamento internazionale, che gestisce circa dieci marchi e coinvolge punti vendita in diverse parti d’Europa: Spagna, Italia, Grecia e Turchia. In particolare, io lavoro per l’area italiana ma mi interfaccio con i colleghi che lavorano per gli altri Paesi e in particolare con il Quartiere Generale del partner. È sicuramente un lavoro impegnativo ma quando tiro le somme mi rendo conto che ogni sforzo e difficoltà si trasforma sempre in un’opportunità unica di formazione.

C’è qualche aneddoto che ricordi con piacere e che vorresti condividere?

Ci sono tanti episodi che mi hanno fatto sentire apprezzato dalle persone con cui mi interfaccio all’interno dell’azienda, permettendomi di esserne realmente parte e non soltanto un numero. Ogni divisione e membro di staff si è sempre mostrato disponibile e pronto ad offrirmi supporto.

Un aneddoto che ricordo con piacere risale al momento in cui ho comunicato che avrei seguito un progetto internazionale. In quell’occasione eNetworks mi ha dato la possibilità di seguire immediatamente un corso d’inglese, fornendomi la giusta preparazione e sicurezza nel collaborare con altri membri del team. E così è stato poiché all’interno di questo progetto mi sono confrontato con professionisti inglesi, indiani e spagnoli e la lingua inglese rappresentava il più importante canale di comunicazione.

Cosa consiglieresti a chi decide di intraprendere il tuo stesso percorso?

Consiglio sempre di scegliere il percorso professionale del consulente. In base alla mia esperienza, spesso è solo quando porti a termine un progetto, che ti rendi conto di quanto hai appreso e di quali sfide hai superato lungo la strada. Inizialmente alcune attività possono apparire ostiche ma quando acquisisci le giuste competenze, apprendi come sfruttare al meglio gli strumenti che hai a disposizione e riesci a svolgere il tuo lavoro, allora ne comprendi il reale valore. Inoltre, si tratta di una professione che ti offre l’opportunità di entrare in contatto con figure e ruoli differenti, come per esempio il gruppo operativo interno con cui ci si relaziona quotidianamente, l’area commerciale, i tecnici e i partner. Hai il vantaggio di osservare i progetti, dal punto di vista gestionale, in ogni fase e questo rappresenta un grande arricchimento per chi ha spirito d’intraprendenza e ha voglia di crescere e migliorare se stesso, non solo a livello professionale ma anche umano e relazionale.

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