La mia esperienza eNetworks: un umanista alle prese con la data analysis

intervista a Marco Ferrieri

Una laurea in antropologia e una passione per l’informatica. Marco Ferrieri dopo la laurea ha iniziato subito la sua carriera da sviluppatore freelance: “Amavo la libertà che il lavoro a partita iva mi regalava e, nonostante le preoccupazioni e gli alti e bassi, mi sembrava che nulla potesse farmi scegliere un’altra strada”.

Per questo Marco ha rifiutato la prima proposta di assunzione da parte di eNetworks, con cui aveva già proficuamente collaborato. “Alla seconda proposta, però, non sono riuscito a declinare: – aggiunge – mi sembrava un ottimo modo per continuare questo lavoro ed evolvere sulla strada di data analysis e automazione”. 

La scelta si è rivelata vincente? 

Certo! Dopo il periodo di prova di un mese ho firmato molto volentieri. Il lavoro era vario perché consentiva di conoscere molte aziende e progetti diversi. In più eNetworks ha investito molto sulla mia formazione: un’eccellente combinazione tra la mia voglia di libertà e varietà e quella di continuare a imparare cose nuove. 

Di cosa ti occupavi? 

All’inizio lavoravo come supporto alla governance dei diversi partner di un importante cliente in ambito Telco. Dopo due anni, avevo voglia di cambiare e mi hanno dato la possibilità di portare avanti un progetto di innovazione nel campo dell’analisi dei dati, che ha subito un rallentamento a causa del Covid-19. Ora sto lavorando per un altro cliente in ambito farmaceutico su una piattaforma molto interessante di business intelligence e sto studiando nuovi modi per farla. 

Che valore aggiunto ti ha dato e-Networks? 

Premessa: io non vengo da un percorso formativo in informatica e uno dei miei “problemi” è quello di “provare” la mia competenza ai clienti quindi le certificazioni sono fondamentali. eNetworks mi ha dato la possibilità di seguire un lungo percorso di certificazioni Microsoft

Non solo: in azienda sei sempre supportato e hai meno paura di sbagliare perché puoi rivolgerti a un intero team di colleghi. 

Quali consigli daresti a un giovane che ambisce oggi a fare carriera nel tuo stesso campo?  

Prima di tutto è fondamentale essere curiosi, ancor più che avere competenze profonde. Se si vuole diventare data scientist io consiglierei di seguire l’istinto: leggere tanto e aprire il proprio modo di ragionare, viaggiare molto. Le soft skills aiutano a trovare nuovi punti di vista e quindi migliorano la capacità di analisi. 

Ma attenzione, queste sono competenze che si monetizzano dai 35 anni in su. Prima è fondamentale studiare, sperimentare in autonomia sul proprio PC decine di programmi e linguaggi, essere sempre aggiornati sulle nuove tecnologie. 

Che studi consiglieresti? 

Fondamentale è avere un’infarinatura di statistica e poi scegliere un filone di tecnologie, da Microsoft a Oracle, e tenersi costantemente aggiornati. Anche una parte di matematica ed economia aziendale sono importanti per completare un cv. Infine, non tralasciare la parte umanistica: la formazione tecnica può far di te un bravo informatico, ma per analizzare dati e contesto una vena creativa e un approccio critico e filosofico sono importantissimi.

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