Potere ai Big Data Architect: le prospettive nell’ICT

Chi sono i Big Data Architect? Sono coloro che progettano i sistemi informativi, i flussi e i repository dei dati in base alle necessità dell’azienda. I Big Data Architect utilizzano la loro conoscenza dei linguaggi informatici orientati ai dati per organizzare e mantenerli in database relazionali sia database non relazionali (NoSQL) e repository aziendali, sviluppando strategie di architettura dei dati per ogni area tematica del modello dati aziendale. 

Le competenze professionali comuni che i datori di lavoro cercano nei data architect comprendono competenze tecniche avanzate (in particolare in linguaggi come SQL e XML Pyton e NodeJs), un eccellente intuito analitico, una visualizzazione creativa e la fondamentale capacità di problem-solving. La maggior parte degli architetti di dati hanno conseguito almeno una laurea di primo livello (e, spesso, una laurea magistrale), generalmente in un campo legato all’informatica, alla matematica e analisi o all’ingegneria. 

Big Data Architect: una figura sempre più ambita 

Anche le aziende stanno iniziando a rendersi conto dell’importanza cruciale di questa figura. A ricercare Big Data Architect, però, sono quelle aziende che già si servono da tempo di Big Data Analyst. Secondo l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano il 38% delle aziende ambisce a introdurre la figura del Data Scientist, il professionista che gestisce i Big Data (dati in grandi quantità, strutturati e non strutturati) e ne trae indicazioni utili per l’attività e il successo dell’organizzazione per cui lavora. Il 31% ricerca invece Data Architect, che nella progettazione dei sistemi informatici si occupano dell’organizzazione dei dati in modo che vengano raggiunti gli obiettivi prefissati. Il Big Data Architect, inoltre, comprende la varietà dei dati trattati (che essi siano strutturati, semi strutturati e destrutturati) avendo la capacità di analizzare la situazione in essere per poi definire modelli e sistemi per gestire questa eterogeneità tenendo conto del volume di dati, del flusso (includendo anche stream processing) e della durabilità. Questa figura inoltre, ha la capacità di fornire informazioni e specifiche operative per gestire la governance delle informazioni e la sicurezza associata ai sistemi utilizzati. 

Quale il bagaglio necessario per diventare Big Data Architect? 

Un background tecnico solido e la capacità di passare velocemente da un tema all’altro. Una dinamicità che probabilmente porta le donne ad adattarsi bene a questo lavoro, vista la predisposizione al multitasking e all’affrontare diversi problemi in parallelo. Oltre a questo anche soft skill e la caparbietà e amore per l’informatica e la tecnologia. 

Chi si avvicina al lavoro di Big Data Architect deve sapere che non ci s’inventa architetto dell’informazione: solitamente si passa da una prima esperienza di developer, per accumulare la giusta esperienza utile a fare un lavoro piuttosto complesso. Complesso soprattutto per l’elevata fugacità delle soluzioni che porta a non potersi mai dichiarare esperto di una certa tecnologia. Difficilmente ci si specializza su una cosa per poi esportarla su problematiche differenti. Si conoscono, si devono conoscere, tante soluzioni e tenersi costantemente aggiornati. 

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